La sagoma oscura

Author: Ale [Tredici] / Labels:

Finalmente trovo il tempo di aggiornare il nostro diario di bordo. In realtà non si tratta di un aggiornamento molto consistente, perché l'esplorazione di cui parlerò in questo post non ha portato realmente ad un paese fantasma. Ma andiamo con ordine.
Era Sabato 17 Ottobre (eh sì, quasi un mese fa!) e avevamo programmato un'escursione. La meta originale avrebbe dovuto essere Col di Favilla, un paesino sperduto dalle parti di Sant'Anna di Stazzema, se non ricordo male. Partiamo: anche quel sabato eravamo i soliti noti. In ordine alfabetico: io, Alfredo, i due Matteo e Rossana.
Ora, dovete sapere che la mia memoria sarebbe da sostituire con una più capiente (o quantomeno funzionante); per questo motivo, è estremamente probabile che sbaglierò qualche nome o riferimento, confondendolo magari con qualche altra serata. Correggetemi pure, ecco!

Arriviamo a Castelnuovo e decidiamo di fermarci lì a cena. La prima pizzeria non andava bene perché era da asporto, e noi volevamo sederci a un tavolo. La seconda invece era perfetta. Tralascio tutte le gag che ci vedono protagonisti (anche se quella chiamata "Matteo e il farro" andrà riproposta in un secondo momento) e vengo al fatto saliente: il cameriere ci dice che Col di Favilla non è raggiungibile in macchina. Ci sarebbe da abbandonare l'auto sette chilometri prima e fare il tratto del bosco che separa la strada dal paese. No, non va assolutamente bene. Notte, freddo, umido, camminata: non è il caso. Allora chiediamo un'alternativa al signore (intendo il cameriere, non Dio, altrimenti avrei messo la lettera maiuscola a "signore", ma non so nemmeno come mai ve lo stia scrivendo, deve essere la mia ossessione per le parentesi).
Il cameriere ci dice che ci sarebbe, non lontano dal ristorante, un posto chiamato Bargecchia. Ci assicura che nessuno vive lì. Forse avremmo dovuto chiedergli la definizione di nessuno, ma abbiamo pensato che con "nessuno" non intendesse "qualcuno". Di solito funziona così. O forse è stata semplicemente ignoranza e lui era totalmente in buonafede. O forse ancora ci voleva proteggere. Fatto sta che Bargecchia non è affatto un paese abbandonato. Ma andiamo con ordine. Io e Rossana ci appuntiamo le indicazioni su come arrivare là (un percorso traumatico, tra parentesi). Prima di metterci in macchina abbiamo anche modo di scambiare quattro chiacchiere con un cuoco a cui evidentemente stavamo simpatici.

Partiamo. Guida Rossana. Dopo cinque minuti ci siamo già persi, quindi chiediamo indicazioni a un tipo a piedi. Quello è stato senza dubbio il momento più esilarante della serata.
Rossana: "Mi scusi, sa dove si trova Bargecchia?"
Omino: "Sì, dunque, deve andare qui a destra, poi alla Coop girare di nuovo a destra..."
Rossana: "Ci sono i cartelli?"
Omino: "...scende per la strada, sempre dritto, oltrepassa una fabbrica..."
Rossana: "Scusi, ma c'è un'indicazione?"
Omino: "...e quando trova un grande edificio sulla sinistra, prende la traversa..."
Alfredo: "Ma neanche un cartello? Proprio proprio nessuna indicazione?"
Di dietro risate soffocate.
Omino: "...e prosegue per un po', finché non entra in una strada non illuminata..."
Alfredo: "Nessuna indicazione? Ne è sicuro?"
Ai sedili di dietro non riusciamo a trattenere le risate, nonostante avevamo la testa infilata tra le braccia per cercare di non ridere.
Omino: "...a quel punto prosegue dritto e siete arrivati."
Rossana: "Va bene, grazie mille..."
Possiamo finalmente dare libero sfogo alle risa, e cinque minuti dopo - sempre molto allegramente - ci perdiamo. Torniamo indietro, sicuri che la strada non poteva essere quella. Poi troviamo un cartello che ci dice che effettivamente la strada era proprio quella. Ripercorriamo quel sentiero, stavolta fino in fondo. Verso la fine, quando Matteo T dà il cambio a Rossana alla guida, sentiamo dei cani abbaiare. Dei latrati sempre più vicini e terrificanti. Matteo ingrana, e molto vivacemente saltelliamo su una strada sterrata, fino al tanto agognato paesino. Non poteva proprio essere un paesino abbandonato. Il campanile era illuminato, le case erano curate (in gran parte), non era desolante come tutti gli altri. E soprattutto, la vetrata di una casa in cima ad un'altura era illuminata. E proprio quando scendiamo di macchina, una sagoma nera si ferma davanti alla finestra, proiettando un'ombra oscura nel contorno giallo.
Ovviamente a me piace pensare che quell'uomo fosse un vecchio misterioso, il capo umano di una setta di zombie assassini. Invece, probabilmente era solo un ometto che vede una macchina arrivare a mezzanotte nel suo paese dimenticato dal mondo e si interroga sul motivo per cui i cinque imbecilli che scendono da essa avrebbero dovuto impugnare delle torce.
Esploriamo il paesino (ormai ci siamo!). Niente di particolarmente eclatante, solo qualche garage e stalle e edifici malridotti. Avrei anche delle foto, ma devo ancora scaricarle dalla fotocamera!

Ecco. Pensavo che sarebbe venuto un resoconto breve, e invece ho scritto un bel po'! Le esplorazioni degli amici di Merlino non si sono fermate, ma alle successive due io non ho potuto partecipare (tra l'altro, mi sto mangiando le mani, soprattutto per non essere venuto a Maggiano, ma avevo lezione il giorno dopo!!!). Se qualcuno ha fatto delle foto o ha voglia di parlarne un po'... è il benvenuto!

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