Il forte delle nebbie

Author: Ale [Tredici] / Labels:

Non vi nascondo di essere un po' emozionato nel resocontare quella che è stata la prima missione degli Amici di Merlino. Si è svolta Domenica 4 Ottobre 2009, una giornata deprimente, atmosfericamente parlando. Ha piovuto per quasi tutto il giorno, tanto che l'escursione ha rischiato di essere rimandata. Invece verso sera il tempo pareva più stabile, e l'unico accorgimento che ci siamo sentiti di prendere è stato quello di portare gli asciugamani (intelligentissima proposta di Rossana, solo che poi se ne è dimenticata, e l'unico con gli asciugamani nello zainetto ero io!). Invece, una cosa che mi è piaciuta davvero è stata la Luna. Luna piena, completamente piena, una manna dal cielo per gli astrologi o per chi crede nelle stelle. E un evento terribile per chi crede nei lupi mannari. Io credo - più o meno - in entrambe le cose, quindi l'avventura si è tinta di qualche emozione in più.

I coraggiosi Indiana Jones che si sono lanciati nella prima missione sono stati sette. Oltre a me, c'erano anche Laura, Rossana, Matteo Toscani (che chiameremo Matteo T, o Toscani, per non confonderlo con l'omonimo), Matteo Pennino (che dunque chiameremo Pennino, o al limite Matteo P.), Alfredo, Tiziano.
Ci troviamo al MacDonald alle otto. Gnam, i panini del MacDonald, che buooooni! Okay, basta col sarcasmo. Il primo fotogramma che voglio descrivervi è infatti la faccia soddisfatta di Alfredo mentre annuncia con gaudio quanto sia buono il suo MacCancro.

Alle ore non-mi-ricordo-che-ore-erano la comitiva si divide in due auto (la mia e quella di Rocs, per la precisione) alla volta del Castello di Ripafratta. Dopo aver parcheggiato, comincia la spedizione. A guidarla sono i Pescia boys, che in precedenza avevano già fatto un sopraluogo del posto. Notare bene: mentre per me era la prima volta, gli altri avevano già compiuto imprese di questo tipo. Conclusione: non avevo pensato a portarmi una torcia. Ergo: la prossima volta, Ale, portati una torcia!

Il cammino procede senza troppi intoppi. Il terreno era piuttosto fangoso, ma credevo peggio. Aveva piovuto, e la vegetazione era quindi molto umida. La luna contribuiva a rendere tutto un pochino più visibile. Si scherza e ci si diverte. Finalmente arriviamo nel castello. Più che castello era un fortino. Non so bene a cosa servisse; con molta fantasia abbiamo ipotizzato che in passato avesse avuto scopi militari, mentre adesso il suo uso è adibito alle messe nere (ipotesi saltata fuori dopo che Rossana ha trovato per terra dei cerini, e Tiz ha chiesto a gran voce un Necronomicon).

Il fortino era costituito da mura e torri. La struttura - aperta al cielo - avrebbe potuto essere tenuta meglio, sicuramente non era un luogo turistico, ma non era nemmeno così malandata. La vegetazione s'infiltrava in ogni spiraglio possibile, abbracciava quasi totalmente una delle torri. Al centro del castello c'era una specie di precipizio. Dico "specie" perché non era un vero e proprio burrone, ma era abbastanza profondo da causare il troncamento di diversi arti in caso di caduta.

Parentesi interessante dellla spedizione è stata quando Matteo T ha voluto scalare dall'interno una torre. Si è inserito in una fessura ed è brillantemente riuscito a salire. Il problema è stato che non riusciva a scendere altrettanto brillantemente. Anzi, avrebbe potuto fare una brutta fine, perché proprio sotto l'unica uscita della torre c'erano delle scale che avrebbero reso la caduta molto dolorosa. Siamo quindi partiti alla ricerca di qualcosa per salvarlo. Non scenderò in dettagli, poiché forse tutta l'avventura vorrà raccontarla lui stesso. Vi dico solo che fortunatamente riusciamo a trovare un'impalcatura che i sacerdoti delle messe nere avevano lasciato all'interno del forte. Con un po' di fatica, Tiz e Alfredo la posizionano in modo tale che Matteo possa usarla per evitare di uccidersi. E in effetti è sempre vivo. Riesce a scendere, e Rossa va ad abbracciarlo, come nei migliori filmd'avventura in cui l'eroe quando si salva viene raggiunto dall'amata.

Concludo il post dicendo che mi sono divertito davvero molto, e se qualcuno volesse aggiungere qualcosa è liberissimo di farlo. Ho anche qualche foto della serata, ma è praticamente impossibile riconoscere qualcosa, sia a causa dell'oscurità, sia perché le ho fatte col cellulare.

E stasera ci aspetta la visita a un paese fantasma. Ma stavolta verrò con la torcia!



2 commenti:

Unknown ha detto...

Lì c'ero già stato, e quindi l'entusiasmo che ho vissuto, era negli occhi dei miei compagni. Per questo adoro fare rischiare la vita a vecchi e nuovi amici. E lo sapevo che mi avrebbero salvato; alla peggio avrei anche provato a scendere, ma probabilmente crescendo ho perso un po' d'incoscenza. Non so se mi peggiorerà la qualità della vita, un po' punto alla quantità... Ma di sicuro queste escursioni me la migliorano; per anni ho sperato diventasse un appuntamento ricorrente. E questo forte, vicino, per quanto non abbiamo ore da spendere in macchina con la nebbia (non è retorica, ma la realtà delle prime due visite), ci lascia fantasticare ancora su una stanza, un pianerottolo, che non abbiamo vistivato. Ma dove altri sono saliti con una fune, e con l'impalcatura che mi ha permesso di scendere. E dove sotto hanno di recente acceso ceri da morto. Quindi credo che presto lo rivedremo, con dele funi. Basterebbe centrare una finestra e prendere la corda dall'altro lato delle mura, in modo da legarla saldamente da qualche parte, per arrampicarsi con sicurezza. Presto. Così faremo anche le foto. Aspetto con entusiamo il commento e le foto di Toiano, con le speculazioni sognanti sul cunicolo scavato nella terra, sotto una casa diroccata. E con entusiasmo ancora maggiore la visita al prossimo paese abbandonato, spero in nel prossimo week end.

Lau ha detto...

Per saperne di più

Il Castello di Ripafratta, o Rocca di San Paolino, risale a prima dell'anno Mille. Posta in un luogo altamente strategico, domina sulla Valle del Serchio, permettendo il controllo dei traffici fluviali tra Lucca e Pisa. Proprio per la sua posizione le due città se la sono a lungo contesa, fino a che non finì nelle mani della potenza fiorentina nel XIV secolo.

Presidio doganale all'inizio, ben presto venne allargata nella Roccaforte di cui oggi ammiriamo i resti, e che ospitava l'antico borgo di Ripafratta.

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